Roma stà diventando un paese tropicale?
Roma,
a giudicare dai giardini e dalle molte ville che si possono
visitare, sembra si stia trasformando in un paese tropicale.
Capita sempre più spesso visitando le zone verdi della
nostra bella città, di imbattersi in tartarughe, pesci,
uccelli, che non hanno nulla a che vedere con la fauna locale.
Premetto che sono un amante della natura e in generale degli
animali. Questo ha facilitato la realizzazione in casa mia di
un piccolo, vero e proprio, zoo (anche se mia moglie non è
proprio felice dell'idea, amante com'è della pulizia
e dell'ordine); mi definisco un felice allevatore, avendo appunto
una tartaruga, 4 pappagalli, e curo 4 acquari tropicali.
La passione per l'esotico e in generale per gli animali mi
è nata fin da piccolo, quando i miei genitori mi portarono
al luna park e in uno dei classici giochini vincemmo 2 tartarughine
che mi tennero compagnia per diverso tempo nella loro tartarughiera.
Poi affascinato dal primo tentativo provammo con l'acquario
tropicale, ma non arrivammo nemmeno a poter mettere i pesci
(purtroppo per mancanza di esperienza) si ruppe il termostato
e non potemmo andare avanti.
Iniziamo con le TARTARUGHE:
La
mia "piccola" Tartaruga ha 5 anni e fa parte delle
cosiddette Trachemys; native del Nord America. E' stato emozionante
vederla crescere e cercare di adattare periodicamente l'ambiente
dove vive alle sue dimensioni e caratteristiche.
Oggi vive in un acquario di ben 200 litri !! da piccola bastava
una tartarughiera da 2 litri o poco più. Bisogna però
riflettere con le tartarughe d'acqua, che provengono in generale
dall'america. Sebbene sia simpatico regalare due tartarughine
a nostro figlio e dargli da mangiare gamberetti, pane, carne
macinata o lattuga, si assiste nei due/tre anni successivi ad
un notevole aumento delle dimensioni di questi animali, specie
negli esemplari femmina. Ma per qualcuno queste nuove dimensioni
risultano incompatibili con la propria abitazione. Magari anche
perché si può pensare, più o meno giustamente,
che siano pericolose per la salute dei bambini (possono mordere
o trasmettere la salmonella). E' per questo che vengono abbandonate
nei laghetti presenti nei vari giardini di Roma. Le tartarughe
dal canto loro dopo aver colonizzato, le ritroviamo vive e vegete
(per esempio a villa Pamphili, villa Borghese ecc. e qualcuno
dice anche nel Tevere a Nord di Roma).
Il
problema è che queste specie sono molto più voraci
e resistenti delle nostre, e potrebbero un giorno non tanto
lontano prenderne il posto alterando la fauna presente nel nostro
territorio.
Altri 2 punti che hanno permesso in generale, l'adattamento
di queste specie sono da un lato, l'estrema robustezza di questi
animali. E' difficile infatti che si ammalino, se non da piccole:
possono avere malattie da raffreddamento o problemi agli occhi,
curabili mediante antibiotici e collirio prescrivibili per tipologia
e dosi dal veterinario.
Dall' altro l'innalzamento delle temperature con inverni non
più rigidi come un tempo e in generale più brevi,
che favoriscono un breve letargo cosi come nei luoghi originari
di provenienza.
Adesso parliamo dei PESCI:
Discorso diverso riguarda gli acquari tropicali con i quali
passo il mio tempo libero. Guardo questi grandi mondi in miniatura
e penso come migliorarli, adattandoli agli originali, tentando
con molta cura la riproduzione delle specie che possiedo, con
tanta soddisfazione per i risultati positivi che riesco ad ottenere.
Oggi è molto più semplice di
un tempo costruire e mantenere un acquario, si trovano componenti
e accessori a prezzi accessibili e di buona qualità.
E' fantastico poter allestire un acquario, leggere tutte le
notizie che riguardano l'ambiente dei pesci tropicali, acculturarsi
su un mondo che nasconde un'infinità di sorprese, confrontarsi
col negoziante e farsi consigliare i materiali e le specie da
combinare affinché ci sia una coabitazione e una convivenza
pacifica e in armonia, di fatto un acquario funzionale. Rende
orgogliosi, poi, osservare la buona salute degli animali che
si ospitano.
Per i neofiti consiglio i Guppy, che partoriscono
pesci vivi direttamente autonomi; se invece si vuole assistere
alla deposizione delle uova allora è il caso dei Cichlasoma
nigrofasciatum. L'unica accortezza con i Guppy è comprare
una sala parto, perché la femmina tende a mangiare i
piccoli prima che questi possano scappare. Questi pesci nativi
del sud america, mangiano le uova delle zanzare e vengono,utilizzati
in loco, per evitare l'eccessivo aumento di quest'ultime.
Discorso diverso per i Nigrofasciatum. Una
volta stabilita la coppia, la femmina, che si distingue dal
maschio in quanto più piccola come dimensioni, depone
le uova, in genere in una buca o su un sasso ed il gioco è
fatto. Sono infatti dei genitori amorevoli e possono tirare
su anche una ventina di piccoli. E' bellissimo vedere i due
pesci pascolare la propria nuvoletta di pesciolini per tutto
l'acquario.
Abbandonare pesci tropicali in laghi e laghetti, durante l'inverno,
vuol dire condannarli a morte certa, non resistono infatti alle
temperature delle nostre latitudini. Un consiglio: i commercianti,
riprendono indietro pesci di una certa taglia, anche perché
per loro rappresenta un affare, scambiandoli con cibo, accessori,
ecc. ecc.
Ora i mitici PAPPAGALLI:
Ultimamente mi sono dedicato anche ai pappagalli e sono riuscito
a riprodurli in cattività. Ho scelto gli Agapornis, meglio
noti come gli inseparabili, ma se qualcuno vuole incominciare,
senza tanta esperienza, consiglio anche una bella coppia di
Cocorite.
Gli ingredienti necessari sono: una bella gabbia capiente, cure
amorevoli, cibo e acqua con vitamine (soprattutto la E), di
tanto in tanto una foglia di insalata, ossi di seppia e soprattutto
convivere con loro nello stesso ambiente.
Avvicinandomi a loro all'inizio erano sospettosi,
poi man mano hanno preso fiducia; oggi, perfino, mi chiamano
e mi allertano per farmi notare quando c'è qualcosa che
non va.
Che emozione vedere nel nido le prime uova; prima due, poi quattro,
poi sei, ad un certo punto ho pensato che avrei avuto a che
fare con uno stormo di pappagalli. Ma madre natura ha fatto
la selezione, solo 2 infatti si sono schiuse e sono nati due
splendidi pappagallini, uno di color cinerino e uno di color
verde e rosso, bellissimi. Oggi a 3 mesi dalla nascita sono
grandi e si comportano come adulti. Tutti e 4 convivono più
o meno tranquillamente, anche se stò pensando di acquistare
una seconda gabbietta per poter separare i genitori dai figli
e vedere se continuano il periodo degli amori.
Adesso però torniamo sul tema di
questo articolo: Roma stà diventando un paese tropicale?
Perché vediamo dei pappagalli volare nelle tante ville
di Roma come ad esempio nel parco della Caffarella e tartarughe
nuotare nei nostri laghetti?
Forse è un po' per il nostro egoismo!!
Comprare una tartaruga o un pappagallo è facile.
Occorrerebbe farlo solo se si è certi di poterli seguire
e allevare lungo tutti gli anni della loro vita, garantendo
uno standard abitativo e alimentare dignitoso; questa è
una prerogativa irrinunciabile.
I pappagalli possono vivere infatti fino a 25 anni, e le tartarughe
altrettanto.
Quindi la prima cosa da fare in modo responsabile, prima di
iniziare l'allevamento di queste specie tropicali, è
di interpretare le reali possibilità di mantenimento
di questi animali, nel presente ma soprattutto per il futuro,
in modo responsabile e ragionato.
Cosa succede in caso contrario? Presto detto. Quella che sembrava
passione era invece mero egoismo, il capriccio momentaneo, quindi
dopo un po stanchi di porgli continue attenzioni nelle migliori
delle ipotesi vengono abbandonati nei parchi o in luoghi più
disparati.
La natura, come accennato in precedenza, ci mette del suo; stagioni
senza controllo, clima sopra le medie, inverni cortissimi e
quant'altro, creano quelle condizioni minime che aiutano la
sopravvivenza di queste specie.
Un ultima considerazione, prima di concludere: possiamo trovare
tantissime giustificazioni a questi problemi, ma la responsabilità
è la nostra, che abbiamo importato queste specie, piegandole
ai nostri egoismi.
Ing. G.B. Zaccagnino