BIODIESEL: SUPERARE LA BARRIERA DEI CARBURANTI FOSSILI
La situazione dell'inquinamento dei grandi centri urbani dovuto
ai mezzi di trasporto con motori a ciclo diesel richiede una
immediata regolamentazione del trasporto privato e la depurazione
dei gas di scarico dei mezzi di trasporto pubblico.
Poiché questi interventi richiedono una accurata programmazione
e lunghi tempi di realizzazione, una alternativa, con effetti
immediati, è quella che prevede l'incremento dell'impiego
nelle aree urbane di gasolio di origine vegetale (biodiesel).
Questo combustibile può essere bruciato nei motori diesel
esistenti, in miscela con il gasolio tradizionale fino al 30%,
senza significative modifiche.
La sua combustione consente di ottenere fumi di ridotta opacità,
di ridurre le emissioni di monossido di carbonio (CO) e di composti
policiclici aromatici (corresponsabili di numerose forme di
cancro).
Essendo il combustibile di origine vegetale e quindi rinnovabile,
non dà alcun contributo in termini di anidride carbonica
(effetto serra).
Distribuito in miscele opportune con il gasolio di origine fossile,
potrebbe costituire l'unico tipo di gasolio presente nelle stazioni
di servizio urbane.
Nelle stazioni di servizio extraurbane potrebbe coesistere con
quello di origine petrolifera utilizzando parte dei serbatoi
e delle colonnine utilizzate dalla benzina super, la cui distribuzione
è cessata alla fine del 2001.
L'incentivazione dell'impiego del biodiesel, specialmente nelle
aree urbane, dovrebbe comprendere un innalzamento dei quantitativi
producibili o comunque commerciabili sul territorio nazionale
in esenzione dalle accise, specifici contributi agli impianti
di produzione e alla coltivazione di specie oleaginose (colza,
girasole), nonché attività di ricerca e di sperimentazione
dell'impiego del biodiesel, o di prodotti analoghi (oli e grassi
vegetali),usati anche in settori diversi da quello dei trasporti.
E' opportuno studiare il sistema di incentivazione alle fasi
industriali: produzione di olio, produzione di biodiesel e commercializzazione,
vincolandolo alla creazione di una reale filiera nazionale che
parta dalla produzione nazionale di oleaginose.
Anche l'esenzione di accisa, in un contesto così definito
potrebbe essere riservata ai soli soggetti che intendono aderire
ad un programma così definito.
Risulta comunque strategico individuare un percorso che integri
la materia in un più ampio quadro di obiettivi di carattere
ambientale legati al mantenimento della produzione di oleaginose
in specifiche aree del territorio nazionale.