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La bella utopia

Copertina

È stato possibile ripercorrere le vicende del Risorgimento, muovendo dai moti napoletani e piemontesi del 1820-21 e da quelli scoppiati a Modena e nelle Legazioni pontificie nel 1831: queste furono esperienze politiche di raccordo tra il passato napoleonico e massonico, a cui i rivoluzionari di quel decennio attinsero progetti d’azione e forme organizzative, e il futuro, al quale consegnavano l’esigenza di istituzioni liberali, svincolate dall’assolutismo e fondate sulle costituzioni.
Mentre si andavano formando le principali nazioni europee l’Italia stentava a riconoscersi in un’unica realtá etnica, culturale e, soprattutto, territoriale in quanto continuavano ad esistere le rivalitá tra i principi italiani, continuavano ad esserci una forte influenza straniera e, come aveva evidenziato in modo lungimirante Machiavelli fin dal XVI secolo vi era un esorbitante potere temporale detenuto dalle gerarchie ecclesiastiche.
Questi fattori fecero si che l’unificazione italiana sia stata tardiva e frutto della volontá di una delle monarchie giá esistenti, i Savoia, e non di un moto “nazionalpopolare”.
Nel 1861 l’Italia smetteva di essere soltanto quell’entitá che Metternich aveva definito “l’espressione geografica”, ma non era ancora divenuta quell’unica realtà “una d’arme, di lingua, d’altar/di memorie, di sangue e di cuore” auspicata da Manzoni in Marzo 1821. Ció avverrá soltanto grazie alle trincee insanguinate della Grande Guerra e ai diciotto mesi di guerra partigiana.

Giuseppe Mazzini

Negli anni Trenta, Giuseppe Mazzini fu il più tenace e convinto assertore della necessità dell’unificazione politica, da lui concepita come atto volontario di uomini che sceglievano liberamente un destino comune nell’orizzonte della democrazia e della Repubblica. Giuseppe Mazzini è stato un patriota, politico e filosofo italiano. Le sue idee e la sua azione politica contribuirono in maniera decisiva alla nascita dello Stato unitario italiano; le condanne subite in diversi tribunali d’Italia lo costrinsero però alla latitanza fino alla morte. Le teorie mazziniane furono di grande importanza nella definizione dei moderni movimenti europei per l’affermazione della democrazia attraverso la forma repubblicana dello Stato.

Giuseppe Verdi

Per lungo tempo, Giuseppe Verdi è stato considerato un tranquillo uomo di campagna toccato dal genio, un uomo rustico e schietto, integerrimo, e di rara onestà intellettuale. Le Opere di Verdi hanno regalato all’Italia, priva di una tradizione tragica di rilievo, una originale espressione teatrale, che evidenziava le peculiarità del genio latino sensibile alla bellezza e all’armonia. Le sue opere si inquadrano organicamente nel contesto culturale del Risorgimento, in quanto divulgatrici di ideali e valori patriottici e liberali. Proprio perché attento alla realtà, Verdi fu anche vivamente partecipe alle ansie e ai problemi connessi alla situazione storica in cui viveva, in quel tempo caratterizzata dal movimento politico risorgimentale, di cui il grande musicista fu considerato una delle guide morali più significative.
Angelo Brunetti detto “er Ciceruacchio” Uno straordinario personaggio, emerso particolarmente nei giorni della gloriosa Repubblica Romana del 1849, fu Angelo Brunetti, meglio conosciuto come Ciceruacchio. A questa particolare figura il regista ha voluto ritagliare un tratto di colore, a significare come in quel momento storico il popolo rispondeva ai principi della rivoluzione e ai dettami illuminati di un intellettuale come Giuseppe Mazzini nonché alle gesta di un prode condottiero che di nome faceva Giuseppe Garibaldi. Egli organizzò trasporti di armi e munizioni per i difensori della Repubblica e si preoccupò di far passare attraverso le maglie dell’assedio che stringeva Roma, bestiame e cibi per la popolazione affamata; Ciceruacchio, aiutato dai due figli Luigi e Lorenzo, organizzò anche infermerie e punti di ristoro per i combattenti e, secondo la testimonianza di chi lo vide in quei giorni, Ciceruacchio era dappertutto, ovunque si potesse aiutare lo sforzo dei difensori della Repubblica.

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