Il Presidente – Ileana Speziale
Per necessità o semplicemente per curiosità, così inizia il progressivo avvicinamento al mondo del “gioco d’azzardo”: un vortice che ti travolge senza farti accorgere che non esiste via d’uscita da un attaccamento morboso ad una realtà fatta di probabilità, e tanto rischio economico.
Diventa così un bisogno incontrollabile a cui dover cedere con la speranza di vincere, per poi abbandonare la missione; ma ad un certo punto le perdite diventano superiori alle vittorie e pur di continuare quel “gioco”, anche quando le risorse vengono a mancare, ci si indebita oltre il recuperabile.
Ludopatia, questo il nome di un impulso irrefrenabile da cui l’uomo non riesce a recedere seppur consapevole della gravità della situazione. Le conseguenze possono essere gravissime; inizialmente si tende a trascurare gli affetti, lo studio, il lavoro fino ad arrivare a gesti estremi come furti o frodi.
I periodi più soggetti all’avvicinamento al gioco d’azzardo sono quelli rappresentati dalla depressione e da forti stress. Tra i maschi in genere il disturbo inizia negli anni dell’adolescenza, mentre nelle donne inizia all’età di 20-40 anni.
Il giocatore d’azzardo affetto da ludopatia laddove tenti di reprimere l’impulso diventa irascibile e nervoso, arrivando a compromettere relazioni importanti, affettive e professionali; mentendo costantemente alla famiglia ma anche ai medici, tende a nascondere la gravità del coinvolgimento al gioco mentre, come una vera e propria droga, ha la necessità di aumentare la posta in gioco per ricevere un’eccitazione sempre maggiore. Curare una persona affetta da ludopatia significa prima di tutto far riconoscere la drammaticità della sua posizione rispetto alla volontà di recedere dall’impulso al gioco, lo step successivo prevede l’identificazione della terapia consona allo stadio del paziente: psicoterapia, terapia farmacologica o ricorso a gruppi di auto-aiuto. Resta la prevenzione lo strumento chiave affinché atteggiamenti estremi frutto di problemi reali e patologici vengano fermati alla radice. La ludopatia non è un gioco!